Nel contempo Foscolo continuava il suo impegno politico scrivendo una
"Orazione
a Bonaparte" pubblicata nel gennaio 1802, per il Congresso di Lione,
durante il quale la Repubblica Cisalpina fu chiamata Italiana ed ebbe come
presidente il Buonaparte. A questi anni risale pure la traduzione della "Chioma di Berenice", confermando la sua attenzione per la cultura classica. Nel 1803 il Foscolo raccolse, dedicandoli al
Niccolini, i suoi versi, rifiutando tutti gli altri precedentemente
divulgati e realizzando tre edizioni di cui l'ultima, la più ricca,
intitolata "Poesie", comprendente 12 sonetti più
l'ode alla Pallavicini, e l'altra "All'amica
risanata".
Dopo aver ricevuto diversi rifiuti per impieghi come segretario di
legazione, prese parte alla spedizione che il Bonaparte preparava contro
l'Inghilterra: solo nell'aprile del 1804 il Foscolo partì, confinato
a Valenciennes, al comando delle reclute e degli invalidi, giacché
alcune sue inimicizie nellambiente gli stavano procurando non poche difficoltà:
ogni speranza di avanzamento era finita. A Valenciennes il Foscolo conobbe
Fanny Emeryth, da cui ebbe una figlia, Floriana.
Ma poco più in là l'imperatore sospese l'impresa contro
l'Inghilterra, volendo prepararsi alla campagna contro l'Austria, del 1805,
e il Foscolo fu destinato a Boulogne, dove tradusse il "Viaggio sentimentale"
di Sterne, apponendovi unappendice che tramite un alter ego, ritraeva
il suo nuovo atteggiamento e credo filosofico- morale, ovvero la "Notizia
di Didimo Chierico.
Nel gennaio 1806, passando da Parigi dove ritrovò il giovane
Manzoni, già conosciuto a Milano che lo accolse con freddezza,
ritornò a Venezia, rivedendo la madre, la sorella, l'Isabella Albrizzi
Teotochi. A Verona rivide il Pindemonte, che gli lesse saggi della
versione dell'Odissea, e forse anche il primo canto di un suo poema sui
Cimiteri, che stimolarono la composizione dei Sepolcri foscoliani.
A seguito della dispensa dagli obblighi militari, ricevuta dal generale
Caffarelli, Foscolo potè dedicarsi alla composizione, e alla ripresa
della traduzione dell'Iliade. Nellaprile del 1807 pubblicò i "Sepolcri"
e l'"Esperimento di traduzione dell'Iliade", contenente una lettera
dedicatoria al Monti. Specie tra i giovani, i Sepolcri destarono un'eco
di universale ammirazione, seppur con alcune eccezioni come Guillon, ex-prete
francese, che criticò la profonda italianità dellopera.
Nel 1808 ottenne la cattedra di eloquenza all'università di Pavia,
in cui egli intendeva rivedere lanalisi del prodotto letterario, ricondotto
alla sua origine psicologica, alla sua ragione di essere politica e sociale:
ma presto la cattedra fu soppressa. Ridotto a vivere a Milano in due stanzucce,
ottenne un umile ufficio, e in tale miseria lo colpirono i suoi nemici,
fra i quali il Monti a causa di una mancata lode della Palingenesi, e Lampredi
per le critiche di Foscolo nei confronti dei lavori di traduzione dellOdissea
di molti letterati: proprio contro questi due il Foscolo compose la violenta
satira dell'"Ipercalissi".
Simpegnò dunque nella scrittura dell'"Ajace", rappresentata
alla Scala nel 1811, che fu però preda delle ostilità dei
suoi nemici, e a Venezia fu anche censurata per le allusioni a Napoleone.
Ma l'ambiente fiorentino fu favorevole quanto mai alla produzione del
poeta, il quale riprese e rielaborò il "Viaggio sentimentale"
di Sterne nel 1813, lavorò alla "Ricciarda", rappresentata
a Bologna nel 1813, e verseggiò il carme delle "Grazie".
La rotta di Lipsia (1814) significava la dissoluzione di quel
regno d'Italia, che al Foscolo pareva ormai regno italiano: tornò
dunque a Milano, al fine di combattere per la patria. Dopo l'abdicazione
dell'Imperatore, il Foscolo caldeggiò il partito che voleva l'indipendenza
del Regno e il Beauharnais re d'Italia. Ma gli Austriaci ritornarono e
il Foscolo, rappresentato come eccitatore della pubblica tranquillità,
decise di dedicarsi esclusivamente alla letteratura convinto che l'Italia,
inerme, non poteva più nulla. Perciò rifiutò persino
unimportante proposta di fondare un periodico filo- austriaco, partendo
nascostamente il 30 marzo 1815 da Milano per l'esilio, dal quale
non sarebbe più tornato. Girovagò per la Svizzera,
a Lugano, a Roveredo nei Grigioni, a Coira, a San Gallo, a Zurigo: conduceva
una vita poverissima, ma era aiutato da Quirina Moncetti, conosciuta nel
1813, da lui chiamata nelle sue lettere Donna gentile. Ma in quei primi
tempi dell'amarissimo esilio, l'anima del Foscolo s'inacerbì: riprese
e ampliò il "Didimi clerici prophetae minimi Hypercalypseos liber
singularis", una satira, o libello, in versetti biblici, sulla maniera
dell'Apocalisse divisa in diciannove capitoli dal contenuto alquanto criptico.