Antonio Canova nacque nel 1757 a Possagno, nei pressi di Treviso
e, operando come scultore, fu tra i più importanti esponenti del
neoclassicismo. Formatosi presso lo studio di scalpellino del nonno, Canova
rivelò ben presto il suo talento e venne inviato a Venezia per proseguire
gli studi. Nella città veneta studiò scultura alla scuola
di nudo dell'Accademia, dove, lavorando sui calchi, ebbe modo di conoscere
e di sviluppare un grande interesse per la scultura antica; sempre a Venezia,
entrò in contatto con un ambiente artistico particolarmente sensibile
al suo interesse per il recupero del gusto classico. Risalgono a questi
anni l'Apollo, 'Orfeo ed Euridice'(1775) e 'Dedalo
e Icaro'(1779, Museo Correr, Venezia).
Trasferitosi a Roma nel 1781, poté finalmente consacrarsi
allo studio delle opere antiche. La prima opera del periodo romano fu il
'Teseo sul Minotauro' (1781-1783, Victoria and Albert
Museum, Londra); la scultura, che rientrava alla perfezione nell'idea
di grazia e armoniosa quiete che Winckelmann e
i neoclassici ritenevano costituisse il "canone" dell'arte greca, riscosse
grande successo presso i circoli intellettuali romani. Con la fama giunse
anche un considerevole numero di commissioni. Alle opere maggiori del periodo
romano appartengono i due monumenti funebri, realizzati rispettivamente
per Papa Clemente XIV (1784-1787,
Santi Apostoli, Roma) e Clemente XIII (scultura ultimata
nel 1792, San Pietro, Roma). Agli stessi anni e a quelli immediatamente
seguenti risalgono le opere di carattere mitologico, in particolare i capolavori appartenenti al gruppo di sculture ispirate alla fabella apuleiana "Cupido e Psiche", contenuta nelle Metamorfosi: di esso fanno parte 'Amore e Psiche' (1787-1793,
Louvre, Parigi), e 'Cupido sveglia Psiche', e gli valsero, con il danese Bertel Thorvaldsen,
il riconoscimento di principale scultore neoclassico del suo tempo.
La fama varcò i confini dell'Italia e Canova venne invitato
a Vienna, dove realizzò uno dei gruppi scultorei più celebri,
il monumento funebre a Maria Cristina d'Austria (1798-1805,
Augustinenkirche, Vienna). L'opera è ricavata in una cornice
piramidale al centro della quale si apre una porta, simbolo del passaggio
tra la vita e la morte, che contrasta con la chiara levigatezza dei marmi.
Un triste corteo di figure, allegoria della memoria consolatrice che lega
vivi e morti, reca le ceneri della defunta e l'accompagna oltre le soglie
dell'immortalità. Il tema della morte fu uno dei più sentiti
nella cultura neoclassica, e non poche sono le affinità tra "I
sepolcri" di Ugo Foscolo e i soggetti funebri di Canova. In particolare,
i soggetti seguono due temi principali, quello del monumento civile
a un personaggio celebre, come il monumento a Vittorio
Alfieri (1806-1810, Santa Croce,
Firenze), e quello, più intimo, del ricordo di un familiare
scomparso, come la stele di Giovanni Volpato (1805-1808,
Santi Apostoli, Roma). Nel 1804 comincia il lavoro sulla 'Venere italica', che sarà terminato ben sette anni dopo. Tra i committenti di Canova vi fu anche Napoleone,
per il quale l'artista eseguì il 'Marte pacificatore' (1803-1806,
Aspley House, Londra) rappresentazione ed esaltazione eroica dello
stesso Napoleone e, soprattutto, la famosa 'Paolina Borghese'
(1804-1808, Galleria Borghese, Roma). Nel primo decennio dell'Ottocento realizza la coppia delle Ballerine, dal 1805 al '19 Teseo sconfigge il Centauro,mentre del 1816 è invece l'ultima versione dell'Ebe, soggetto più volte tentato sino a raggiungere tale perfezione, e la statua di Terpsicore.
Canova morì a Venezia all'età di 65 anni, nel 1822.
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