In
morte del fratello Giovanni Il tema
dellesclusione dell'esule compare anche in
questo sonetto scritto in occasione della morte del
fratello GianDionisio: egli infatti trova un
interlocutore, qualcuno a cui confidare i suoi pensieri,
nel fratello defunto che diventa il "tu" di un dialogo
profondo e drammatico. La necessità di comunicare è
più forte dei limiti terreni, e Foscolo cerca di vincere
il silenzio della morte, che pur aborrita e combattuta,
è alla fine desiderata poiché vista come riposo e
termine nel grembo della sua madre-terra.
Per Foscolo la vita è un esilio, è un migrare "di
gente in gente" è una realtà da cui vorrebbe
fuggire per mettere fine ad un interminabile tormento,
per trovare la pace interiore nonché la serenità di una
situazione di stasi. Ecco quindi nascere un dualismo
tra dinamicità e quiete, reso dallalternanza e
mescolanza di verbi che caratterizza lintero
sonetto: è significativo il contrasto tra il
"fuggendo" del v. 1 e il "seduto" del
v. 2.E vivo quindi, negli ultimi sei versi, il
sentimento di triste rassegnazione, in cui il poeta si
eleva ad unico protagonista, lasciando cadere
quellalternanza tra prima e seconda persona
caratteristica dei versi precedenti.
E interessante porre questo sonetto a confronto con
il carme CI di Catullo, dal quale Foscolo
sicuramente ha preso spunto. Sono chiare le riprese
testuali, soprattutto nella prima parte dei due
componimenti, dove lincipit appare
addirittura parallelo. Per quanto riguarda la
possibilità di instaurare una comunicazione, Catullo
trova una via duscita alla barriera di tristezza e dolore
nel rito, come forma di possesso, di certezza, che è
garantita dallantica tradizione (more parentum,
v. 7), adempiendo alle prescrizioni della quale si può
giungere ad una condizione di pace e tranquillità.
Foscolo, invece, dallaffanno e dal tormento
caratteristico dei nostri giorni, trae una visione
pessimistica: non trova sbocco al suo senso di disagio
interiore e il pianto, consolatorio in Catullo, diventa,
nel sonetto foscoliano, semplice e drammatica
registrazione di unassenza, della privazione di un
interlocutore, che non cè.
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