J.A. Dominique Ingres fu un pittore francese di stile prevalentemente neoclassico: assunse un ruolo di difensore dell'ortodossia accademica contro l'ascesa della corrente Romanticista rappresentata da Eugène Delacroix, sebbene la critica moderna abbia considerato Ingres e gli altri neoclassicisti come facenti parte dello spirito innovatore del tempo: a sostegno di tale tesi può essere esemplare un'opera quale Il sogno di Ossian. La sua arte trovò ispirazione nel lavoro di Raffaello, di John Flaxman, e delle pitture di vasi etruschi. |
Nato a Montauban, Tarn-et-Garonne, Francia, primo di sette fratelli, crebbe in ambiente artistico: suo padre fu un miniaturista, scultore, decoratore e musicista dilettante, ma la sua educazione scolastica fu interrotta nel 1791 a causa della chiusura della scuola in conseguenza della Rivoluzione Francese. Fu allora che entrò in una accademia artistica a Tolosa, dove vinse un concorso in disegno e nel 1797 si recò a Parigi per studiare con J.L. David. |
Nel 1808 comunque anche Edipo e la Sfinge fu poco apprezzata dall'ambiente artistico francese, mentre la Venere Anadyomene rimase non terminata per decenni, fino al 1855. In questo periodo infatti si impegnò soprattutto su numerosissimi ritratti: Madame Duvauçay, François-Marius Granet, Edme-François-Joseph Bochet, Madame Panckoucke, Madame la Comtesse de Tournon. Sono questi probabilmente a comporre la parte più importante della sua opera pittorica, sebbene in essi sia meno spiccato il canone neoclassico. |
Nel 1811 terminò l'immenso Giove e Thetis, ma non ebbe ancora giudizi positivi, soprattutto fra i Neoclassici, mentre i Romanticisti quali Guèrin o Delacroix (che lui aborriva) sembravano riconoscere i suoi meriti. In ogni caso ebbe alcune importanti commissioni quali Virgilio legge l'Eneide per il governatore francese a Roma, o il Ritratto di Carolina Murat, la Grande Odalisca e altri dipinti per la famiglia Murat. Con la caduta di Bonaparte in Italia però si ritrovò senza appoggi, e si prestò a disegnare ritratti per turisti per un certo periodo. |
La stroncatura del Martirio di San Symphorien però lo convinse a ripartire a Roma come direttore dell'École de France che lasciò nel 1855 a favore della direzione dell'International Exhibition. Ricevette la nomina a Grand'Ufficiale della Legione d'Onore da parte della famiglia Bonaparte, e nel 1862 completò La Fonte, che gli procurò nuova fama e onori. |