La filosofia del Materialismo, che nega l’esistenza della spiritualità, afferma che la materia è all’origine di tutte le cose, e vengono generate secondo un rapporto deterministico di causa-effetto senza alcuno scopo, e che inoltre anche la vita "spirituale" dell’uomo deriva dalla materia che forma il corpo. Attorno alla metà del Settecento, tale dottrina viene ripresa, diventando materialismo meccanicistico, da un gruppo di filosofi dell’Illuminismo: in Italia fu fatto proprio dal Foscolo che, in quel periodo, vedeva nel mondo tirannide, oppressione e nessuna speranza di salvezza.
Dopo la delusione del trattato di Campoformio, con cui Venezia viene ceduta all’Austria da Napoleone, il poeta cade infatti in un profondo pessimismo e la sua filosofia materialistica assume toni intensi e bui, che per il protagonista de "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" hanno come conseguenza il suicidio. Ma è in un secondo momento che Foscolo riesce a superare la filosofia materialistica da cui era partito: con i "Sepolcri", dopo aver iniziato il Carme con una concezione materialistica ("a che servono le tombe, se tutto nasce e finisce nella materia?") supera tale visione, perchè il suo cuore si ribella alla ragione, la quale freddamente conclude che la vita è materia, è un ciclo continuo di vita e di morte. Per superare questa prospettiva vacua e misantropica, il poeta si affida alle Illusioni, ideali che, respinti dalla mente razionale e filosofica, debbono essere accettati dal sentimento dell’Uomo, incapace di credere che tutto verrò dimenticato dopo la morte, comprese le gesta di grandi e valorosi uomini che hanno fatto grande la Storia.
Nell'opera foscoliana si parla di materialismo meccanicistico in quanto la materia è considerata come una sostanza dotata di interne proprietà meccaniche: in questo senso i processi più complessi (biologici, psicologici, sociali), vengono considerati come semplici processi meccanici; tutte le facoltà intellettuali vengono spiegate come modi d'essere e d'agire nell'organizzazione della materia. Infatti con il termine "moto" Foscolo si riferisce alla legge meccanica universale, alla quale tutti i fenomeni naturali sono sottoposti (compresa la morte).
Il Meccanicismo in filosofia indica quelle dottrine che riconducono la spiegazione di tutti i fenomeni, naturali e psicologici, allo schema di leggi per l'appunto meccaniche, ciò invariabili e determinate. Esempi classici di materialismo nella storia del pensiero sono le dottrine atomistiche dell'antichità (Democrito, Epicuro, Lucrezio), il materialismo settecentesco (D'Holbach); in generale meccanicista, poi, è la cosmologia da cui nasce, nel '600, la scienza moderna: Galilei, Newton, Boyle. Tale concezione implica, di fatto, una visione materialistica del mondo, antitetica alla spiritualità, anche se comunque non esclude necessariamente l'idea di una finalità operante nella natura (ed a questo proposito è opportuno distinguere tra il meccanicismo classico, che asserisce la genesi fortuita del mondo, e il meccanicismo della scienza seicentesca, che attribuisce il disegno del meccanicismo cosmico all'intelligenza e provvidenzialità divine.



 
 
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