FIDIA




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Fidia o Phidias (480 aC %u2013 430 aC circa), fu uno scultore, pittore e architetto greco, vissuto nel quinto secolo avanti Cristo e considerato uno dei più grandi scultori della Grecia antica, assieme a Policleto, Mylon e Kresilas. Realizzò la Statua di Zeus a Olimpia (una delle sette meraviglie del mondo antico), la statua della Dea Atena Parthenos (Athena Parthenos) sull'acropoli ateniese nel Partenone e l'Atena Promachos, una colossale statua in bronzo presso i propilei, l'entrata monumentale all'acropoli. Suo padre fu un certo Carmide d'Atene, e gli antichi riferiscono che i suoi maestri furono Hegias e Hageladas. Prima della guerra Peloponnesiaca, Fidia fu accusato di aver sottratto oro per la statua di Atena Parthenos con una falsa testimonianza, e poi un'accusa di empietà per aver ritratto se stesso e Pericle sullo scudo della dea Atena fece sì che egli morisse in carcere: ciò fu dovuto proprio alla sua vicinanza politica a Pericle.
Sebbene nessun'opera originale sia sopravvissuta a noi, numerose copie del periodo romano ci mostrano con una certa fedeltà come dovevano apparire tali lavori: ciò non è insolito, in quanto la quasi totalità delle sculture e dei dipinti greci classici sono stati distrutti e ci restano solo le copie romane o testimonianze scritte che ci comunicano la loro esistenza.
I critici antichi tennero in grandissima considerazione i meriti artistici di Fidia, celebrandone soprattutto l'ethos (etica) e il livello morale costante nei suoi lavori, paragonati a quelli della scuola cosiddetta "patetica". Demetrio definiva le sue sculture sublimi, e precise al contempo. Della sua vita conosciamo pochissimo, a parte i suoi lavori: la sua prima commissione fu un gruppo di eroi nazionali con Milziade come figura centrale; Pericle gli commissionò numerose statue per Atene nel 447 avanti Cristo, per celebrare la vittoria greca contro i persiani nella battaglia di Maratona, usando fondi della Lega Marittima di Delo.
Nel 1958 gli archeologi scoprirono il luogo ad Olimpia dove Fidia assemblava l'oro e l'avorio per la statua criso-elefantina di Zeus: vi trovarono anche una coppa per bere con iscritto "appartengo a Fidia". La sezione aurea è stata simboleggiata dalla lettera greca Phi in nome di Fidia che la utilizzava nelle sue opere.
I suoi primi lavori erano in memoria della vittoria greca a Maratona: a Delfi eresse un gruppo in bronzo che includeva dei ellenici quali Apollo e Atena, vari eroi Attici, e il Generale Milziade il Giovane. Sull'acropoli ateniese Fidia innalzò una colossale statua bronzea di Atena (Promachos), visibile dal mare aperto antistante. Atena era la dea della saggezza e dei guerrieri, oltre che protettrice di Atene. A Pellene, in Achea, e a Platea, realizzò altre due statue dedicate alla dea ed una per Afrodite in avorio e oro.
Per gli antichi due opere di Fidia superavano ogni altra soprattutto: la statua crisoelefantina di Zeus (432ac circa) a Olimpia e l'Atena Parthenos (vergine), nel Partenone di Atene. Numerose copie furono realizzate nei secoli successivi, le quali ci indicano molte cose sugli originali. Zeus era seduto su un trono, completamente decorato, e il corpo del dio era in avorio, mentre le vesti in oro.

zeus fidia



NEOCLASSICISMO