Scultura classica: Laocoonte


Laocoonte, scultura, scuola di rodi
25 Avanti Cristo, Musei Vaticani

Laocoonte è un personaggio della cultua greca: egli fu ucciso dopo aver tentato di svelare l'inganno del Cavallo di Troia trafiggendolo con una lancia, ma la dea Atena lo fermò mandando dei serpenti, il che convinse i troiani che il cavallo era un oggetto sacro.
La datazione della statua è stata supposta dal 160 al 20 avanti Cristo, ma maggiori probabilità la inseriscono fra il 42 e il 20 aC. E' stato anche ipotizzato che i tre autori di Rodi copiarono il soggetto da un originale in bronzo del 200 avanti Cristo.
Plinio afferma che la scultura, ricavata da più blocchi di marmo, fosse situata nel palazzo dell'imperatore Tito: fu scoperta nel 1506 presso la Domus Aurea di Nerone, e acquistata da Papa Giulio II: il braccio destro di Laocoonte era mancante, così come parte della mano e del braccio destro dei suoi due figli. Il restauro fu effettuato tramite gare fra scultori per la realizzazione dei pezzi mancanti, sotto il giudizio di Raffaello. Nel 1906 tuttavia, il braccio originale fu ritrovato a Roma, e riassemblato al gruppo scultoreo, sostituendo così il braccio disteso verso l'alto pensato nel periodo Rinascimentale con l'originale ripiegato a formare una figura complessiva più piramidale. Nel 1799 Napoleone, dopo aver conquistato l'Italia, portò l'opera a Parigi, installandola al Louvre: tornò al Vaticano nel 1816.
Johann Joachim Winkelmann notò il paradosso per cui la bellezza della scultura si esprima attraverso una scena di morte e rovina.


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