I PRIMI APPROCCI CON LA SOCIETA'

van gogh, ritratto di Agostine con figlia

La vita di Vincent Willem Van Gogh, fin dall’inizio, è percorsa da continue ricerche per trovare una strada, il percorso che lo avrebbe appagato del suo continuo bruciante sacrificio passionale verso ciò che lo attraeva. Spesso, però, si imbatteva in bruschi fallimenti, proprio perché non riusciva a trovare la via capace di dare voce al proprio appassionato sentire. Quello che lo contraddistingueva era un’adesione totale all’autenticità della vita, degli uomini e della natura.

Questa autenticità, però, strideva con la società del suo tempo, che era disordinata, delirante, sregolata; dove, l’inerzia e l’inettitudine borghese regnavano spavalde e in cui si dava importanza solo al principio della riuscita economica. Nello stesso ambiente familiare gli si voleva dare una strada prestabilita, con alla base una forte moralità orientata sui valori del credo protestante: una carriera affermata della classe media, con una vita stabile, possibilmente controllata e devota.

Il padre, pastore di una congregazione della chiesa riformata olandese e lo zio Cent, commerciante d’arte, furono alla base della formazione del giovane Vincent che apprese, attraverso il padre, quell’immagine del Cristo consolatore in senso biblico, consolatore dei deboli, degli umili, dei poveri e di tutti gli uomini del peccato originale. Dopo tutto, questo sarà anche alla base del modo di rapportarsi di Vincent nei rapporti interpersonali, nei confronti della religione e poi dell’arte: sempre un percorso sentito profondamente, come una sorta di missione spirituale per consolare chi avesse bisogno, per conciliarsi nella fratellanza umana, nella natura, in Dio. Tutto questo suo fervore maturato e accresciutosi con gli anni, però spaventava chi gli era attorno.

Le documentazioni biografiche, dicono, che nei primi decenni della sua vita non sembrava manifestare alcuna precisa vocazione, ma sedicenne, per interessamento di suo zio Cent, eccolo partire alla volta della sua prima esperienza a contatto con l’arte: apprendista in un’azienda, la Goupil, attiva nel mercato dell’arte contemporanea, Vincent era addetto alla vendita di riproduzioni di opere d’arte.

Il giovane Van Gogh, non poteva certo immaginare che in futuro quella sarebbe stata la sua vita, la sua vocazione bruciante.

Nessuno si era accorto della sua predisposizione per l’arte, nessuno aveva notato i suoi primi approcci con il disegno, che risultano già presenti nella sua prima giovinezza. Vincent era un osservatore nato e nella sua Olanda, durante le passeggiate, in cui, tra l’altro, raccoglieva insetti, analizzava minuziosamente quello che gli si poneva di fronte, e a volte, disegnava.

Nemmeno il giovane Van Gogh notò questa predisposizione per l’arte, nonostante visitasse spesso già dei musei. Forse perché i familiari lo volevano instradare ad un’attività stabile e remunerativa che lo inserisse nella ordinaria società, ma forse soprattutto perché, Vincent, ancora non aveva tirato fuori da sé e riconosciuto in se stesso il richiamo di quel sentimento profondo che, in futuro, lo avrebbe guidato visceralmente verso l’arte.

 

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