VINCENZO MONTI


vincenzo monti, neoclassicismo
 


Vincenzo Monti (19 Febbraio 1754 – 13 Ottobre 1828) fu uno studioso ed un poeta nato ad Alfonsine, Ravenna, figlio di Fedele e Domenica Maria Mazzari, latifondisti: ricevette la sua educazione al seminario di Faenza e all'Università di Ferrara, dove studiò medicina e giurisprudenza.
Nel 1775 fu ammesso all'Accademia dell'Arcadia, e l'anno dopo fu pubblicato il suo primo libro, "La visione di Ezechiello"; nel 78 si trasferisce a Roma, invitato dal cardinale e legato papale Scipione Borghese; sposa Teresa Pikler che gli dà una figlia, Costanza ed un figlio, Francesco (che morì a soli due anni).
Nel 1797 lascia Roma e, dopo una visita a Bologna e Venezia, si stabilisce a Milano, rinnegando la sua precedente opposizione alla Rivoluzione Francese (che espresse nella "Bassvilliana") e divenendo un sostenitore della Repubblica Cisalpina. Nel 99 è costretto a partire da Milano quando i Francesi vengono sconfitti, ma vi ritorna due anni dopo, a seguito della Battaglia di Marengo del 1800.
Mentre è a Parigi Monti si dedica alacremente alle traduzioni dal francese e dal latino, che oggi sono considerate le sue migliori opere: pubblica "La pulzella d'Orleans" di Voltaire e le "Satire" di Persio, oltre che l'ottima traduzione dell'Iliade di Omero. Dopo la disfatta napoleonica del 1815, Monti cerca di riguadagnarsi i favori del regime austriaco con i suoi ultimi poemi "Il mistico omaggio" e "Il ritorno di Astrea", prima di concentrarsi sullo sviluppo linguistico della lingua italiana negli ultimi anni della sua vita.
Circa la critica all'opera del Monti, si concorda generalmente sulla mancanza di ideali e di autenticità, mentre le capacità tecniche sono sempre riconosciute. Durante i veloci cambiamenti politici del suo tempo, l'autore sembra non basarsi su una vera posizione personale fondata e in cui creda davvero, e così in egual misura non traspare dal suo lavoro che un freddo ma sapiente tecnicimo. In tempo di forti ideali politici quali il Risorgimento, il Romanticismo, famosi rappresentanti della letteratura italiana come Ugo Foscolo e Leopardi puntarono il dito contro questi aspetti di vantaggio politico adottati da Vincenzo Monti, e preferendo un contenuto di valore piuttosto che un rifinitissimo contenitore letterario.
Le Opere:
1776 - "La visione di Ezechiello"
1779 - "Prosopopea di Pericle" (ode) e"Saggio di poesie"
1781 - "La bellezza dell'universo" (poema breve)
1782 - "Sciolti a Sigismondo Chigi" e "Pensieri d'amore"
1783 - "Versi"
1784 - "Al signor di Montgolfier" (ode)
1787 - "Aristodemo" (tragedia)
1788 - "Galeotto Manfredi"
1793 - "Bassvilliana"/"In morte di Ugo di Bassville" (incompiuto)
1797 - "La Musogonia" e "Prometeo"
1800 - "Poesie", "Dopo la battaglia di Marengo", traduzione della Pulzella di Orleans di Voltaire
1802 - "Mascheroniana"/"In morte di Lorenzo Mascheroni" (poema) e "Caio Gracco" (tragedia)
1803 - traduzione: "Satire" (Persio)
1805 - "Alla maestà di Napoleone"
1806 - "Il bardo della Selva Nera"
1810 - traduzione: "Iliade" (Omero)
1815 - "Il mistico omaggio"
1816 - "Il ritorno di Astrea"
1825 - "Sulla mitologia"
1817-1826 - "Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca"